Che meraviglia, quando ho dei clienti come quelli di oggi mi ritorna in mente perché faccio questo lavoro.
Una coppia americana (tra i pochi in questo momento in città), lui era già stato a Firenze anni prima, per lei invece era la prima volta. Le si sono riempiti gli occhi di lacrime davanti al David, dicendo che era il sogno di una vita poter venire e vedere di persona questa scultura, e ancora agli Uffizi, di nuovo le lacrime le rigavano le guance davanti alla Primavera di Botticelli.
Ha detto a suo marito: “La guida penserà che sono pazza!”, ma in realtà nel vedere la sua commozione per poco non mi sono commossa anche io, e l’ho rassicurata dicendole che pazzo è chi invece non prova niente davanti a tutto questo, chi fa migliaia di kilometri solo per fare una foto alle opere d’arte senza voler sapere niente della loro storia, del perché esistono, di chi le ha realizzate.
La pazzia è venire a Firenze e non darsi il tempo di assaporare la città, un viaggio è un momento troppo importante, intimo, istruttivo nella crescita personale per viverlo in fretta e furia.
“Viaggiare rende modesti. Ci mostra quanto è piccolo il posto che occupiamo nel mondo” diceva Flaubert. Non potrei essere più d’accordo!
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